Regia Leonardo Tiberi Trama La Russia più che una nazione è un continente. Ai primi del '900 i suoi confini si estendono dal cuore della Mitteleuropa alle porte di Berlino, fino allo stretto di Bering, di fronte all'Alaska. Sono il risultato di una continua politica espansionistica che dura da secoli, alla quale non rinuncerà neppure il regime comunista. La Russia è da sempre in mano a una monarchia che fa vivere i suoi 140 milioni di sudditi in una società di tipo feudale. Qui scocca la scintilla rivoluzionaria che dopo 17 anni farà diventare quel territorio il primo stato comunista del mondo. Comincia una storia lunga e tormentata, dominata dalle figure carismatiche di Lenin e Stalin, fatta di grandi speranze per un mondo migliore, ma anche di cocenti delusioni, di dolore e sofferenze, di atti spietati e di stragi. Un racconto affascinante che si snoda dalle immagini tristi e sbiadite degli ultimi Romanov, attraverso la presa del potere bolscevica, i rivoluzionari della prima ora, la guerra civile, i moti contadini come reazione allo stato di asservimento, i grandi piani di sviluppo, le deportazioni e le purghe del '39. Arriva poi il momento della spaventosa campagna contro Hitler che i russi vinceranno grazie al loro eroismo, ai loro sacrifici, alla incredibile capacità che avranno di creare in poco tempo un poderoso apparato bellico. Nel '45 il nuovo impero russo domina mezza Europa e parte dell'Asia. L'influenza della sua forza militare e politica riecheggia in mezzo mondo. Scoppia la guerra fredda, comincia la politica dei blocchi contrapposti che durerà quasi quarant'anni dopo la morte dell'ultimo degli Zar, Joseph Stalin.